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Position Paper: “Il codice sulla Crisi di Impresa"


VC HUB - Position paper


“Il codice sulla Crisi di Impresa: una mina per le Startup Italiane rispetto alla concorrenza estera da disinnescare rapidamente anche alla luce della crisi Coronavirus”


Il nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza può determinare significativi problemi alle startup Italiane e ai loro fondatori e investitori: VC Hub Italia fa appello per inserire startup e PMI innovative tra i soggetti esclusi dalla sua applicazione.


Il 15 Agosto 2020 entrerà in vigore il nuovo Codice sulla crisi di impresa (Decreto Legislativo del 12 gennaio 2019 n. 14, il cosiddetto. “Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza”), ponendo una serie di obblighi a tutte le società, incluse startup e PMI innovative, e particolari responsabilità ai loro esponenti aziendali. La nuova normativa richiede che le società si dotino di sistema di monitoraggio di crisi d’azienda e insolvenza, al fine della tempestiva emersione dello stato di crisi dell’impresa. In particolare gli amministratori saranno tenuti a tempestivamente informare l’OCRI (Organo Composizione Crisi) di aver riscontrato una situazione di crisi e insolvenza. L’OCRI ricevuta tale segnalazione dovrà cercare di risolvere la crisi oppure alternativamente segnalare al magistrato lo stato di crisi della società per procedere alla liquidazione giudiziale (nuova denominazione dell’attuale “fallimento”).

Evidentemente, in caso di mancata segnalazione, vengono meno le misure premiali previste a favore degli amministratori che invece, tempestivamente, si attivano ricorrendo all’OCRI.

Laddove si determino pregiudizi collegati alla mancata segnalazione tempestiva gli amministratori della società possono pertanto trovarsi a dover rispondere in solido nei confronti dei creditori, anche con il proprio patrimonio personale.

Tale normativa appare essere assolutamente controproducente se applicata alle startup ed alle PMI innovative, per le quali si evidenziano almeno due criticità:

Prima criticità:

Le startup per la loro natura caratteristica si trovano molto frequentemente esposte a situazioni di potenziale crisi o insolvenza.

Pensiamo solo a titolo di esempio ai casi in cui prima di chiudere un aumento di capitale per garantire continuità alla società, si accendono linee di credito bancarie (spesso controgarantite) o su accumulano passività con fornitori in attesa che determinati ordini vengano confermati. Oltre alla già eccessivamente penalizzante necessita, già in essere, di fornire rassicurazioni e impegni verso revisori e sindaci, per poter dimostrare il requisito della continuità aziendale ai fini dell’approvazione del bilancio di esercizio, le startup rischierebbero di dover pure convincere i propri amministratori a non effettuare alcuna segnalazione all’OCRI. Ovviamente ciò pone un un non trascurabile freno alla possibilità di spingere sulla crescita secondo gli schemi consueti di analoghe startup negli stessi settori in altri paesi. La cosa risulta particolarmente preoccupante in un contesto come quello Italiano caratterizzato da un limitato accesso a capitali di rischio per le startup vis a vis ad altre nazioni.

Seconda criticità:

queste nuove norme, nel contesto di una startup (non tutte effettivamente inserite nel registro apposito) possono portare ad un avvitamento negativo e a far degenerare situazioni di crisi solo potenziali in una crisi effettiva autoalimentata. Si rischia infatti di creare un clima di tensione nella gestione dell’impresa potenzialmente in grado di determinare la perdita della necessaria rapidità che spesso occorre avere per gestire tali situazioni. Inoltre è probabile che gli amministratori si astengano da iniziative per non correre rischi personali; esattamente l’opposto dello spirito imprenditoriale che serve per gestire una start up. Con il risultato ultimo di portare le società a chiudere i battenti.


In considerazione delle criticità sopra evidenziate l’associazione VC Hub Italia fa appello alle istituzioni e propone:

- la proroga dell’entrata in vigore dell’intero Codice della Crisi, anche e soprattutto in considerazione dell’attuale stato emergenziale del Paese;

- l’inserimento di startup e PMI innovative tra le categorie esentate dalla procedura di allerta;

- l’inserimento automatico nel registro startup o PMI innovative di società caratterizzate dall’avere nel proprio capitale investitori strutturati e vigilati, quali ad esempio le SGR che operano nel settore del venture capital.


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